Una geografia che sia universale, dove Uomini e terre possano unirsi in un abbraccio di fiducia e libera interdipendenza.
Quando Jacques Élisée Reclus si accinse nell’impresa del primo volume della “Nouvelle Geographie Universelle” (Nuova Geografia Universale) correva l’anno 1876 e fu l’inizio di un enorme lavoro di ricerca che il geografo francese compie per conto della casa editrice Librairie Hachette.
Si tratta di un’opera di 19 volumi, con un 20mo di appendici statistiche, dove ogni volume si rivolge ad una specifica un’area geografica e che comprende 17.873 pagine di testo e 4.290 mappe e migliaia di incisioni: ciascun volume è provvisto di mappe a colori, incisioni in bianco e nero e un indice dei nomi e dei luoghi citati.
Eliseo Reclus, impegnato nel suo lavoro di geografo, visita paesi stranieri ed esotici per il suo tempo: si sposta in Egitto, soggiorna nel Maghreb, va in Portogallo e Spagna per consultare documentazione inerente all’America Latina. Nel 1889 è in Louisiana mentre si dedica anche alla ricerca su nuove regioni quale quella dei Grandi Laghi e consulta la ricca biblioteca di New York.
Nel 1890 lascia la Svizzera e torna a Parigi muovendosi per viaggi continui relazionati al suo lavoro di geografo fino al 1894 quando viene pubblicato l’ultimo volume della Nuova Geografia Universale.
Il suo obiettivo è fornire una descrizione e un’analisi del mondo intero, con dati sia fisici che umani. La Nuova Geografia Universale e L’uomo e la Terra, pubblicati postumi, costituiscono le opere principali di Élisée Reclus.
Che, nell’introduzione della sua opera “Nuova Geografia Universale”, scrive: «Nel mio lungo viaggio attraverso il mondo, dai paesi dove ha sua sede la civiltà europea, ai formidabili monti di ghiaccio che vietano all’uomo di approdare alle terre antartiche, io non mi costringerò ad un ordine assolutamente rigoroso. Siccome la natura è essa medesima diversa molto nei suoi aspetti e non obbedisce a verun regime di convenzionale regolarità, io terrei un ordine affatto apparente ove seguissi sempre lo stesso sistema nella descrizione de’ paesi. Parmi più conforme al vero lasciarmi dirigere nel lavoro dall’importanza relativa dei fenomeni che si tratta di descrivere, dai caratteri distintivi e dallo stato di coltura dei popoli che si succederanno ne’ miei quadri».
La “Nouvelle Geographie Universelle” del geografo Jacques Élisée Reclus rimane un inscindibile approccio non convenzionale alla Geografia.
Il lavoro minuzioso di Eliseo Reclus, libero dagli schemi del tempo in cui visse, può essere considerato una pietra miliare per la comprensione di uomini e terre e dell’indissolubile legame che ogni essere vivente ha con l’intero pianeta.